Il 21 ottobre, l’Asian American Journalists Association, insieme a Military Veterans in Journalism, ha pubblicato linee guida che esortano “le redazioni ad astenersi dall’uso della parola giapponese ‘kamikaze’ per descrivere i droni autodetonanti di fabbricazione iraniana che la Russia sta usando per condurre attacchi in Ucraina”. La lettera e arrivata alla luce di una raffica di notizie che usano il termine per descrivere attacchi come quello recente in Ucraina, dove le forze russe hanno sparato Shahed-136 contro obiettivi militari ed edifici civili.
“‘Kamikaze’ e una parola giapponese che si traduce in ‘vento divino’ ed e comunemente usata per riferirsi ai piloti militari dell’Impero del Giappone a cui fu ordinato di andare in missioni suicide durante la seconda guerra mondiale, facendo schiantare di proposito aerei carichi di esplosivo contro obiettivi , come le navi della Marina degli Stati Uniti”, si legge nella guida.
Con le moderne munizioni vaganti – in questo caso, vagare significa la capacita di volare prima che colpisca un bersaglio, se lo fa – un sistema di guida, o talvolta un operatore remoto, prende la decisione di puntare l’esplosivo senza equipaggio in un edificio, veicolo, o persone, selezionate come target. Eppure il termine “drone kamikaze” e rimasto bloccato, con piu punti vendita che lo usano nei titoli. Nel 2010, quando Popular Science stava coprendo lo sviluppo iniziale di Switchblade, si riferiva al prototipo sia come “Robot assassino volante” che “Kamikaze Suicide Drones”.
Un’altra variazione, utilizzata da organi di informazione e produttori come il produttore di Switchblade Aerovironment, e “Suicide Drone”. Questo non ha lo stesso stigma storico o culturale legato alla parola “kamikaze”, ma descrive anche un processo che non accade quando il drone esplode, perche non c’e nessun essere umano a bordo che muoia per suicidio.
“Gli attacchi Kamikaze non hanno nulla a che fare con la moderna guerra con i droni e non c’e alcuna buona ragione per i giornalisti di fare riferimento a una precedente tattica di guerra storica in questo contesto”, ha affermato nella dichiarazione Russell Midori, presidente di Military Veterans in Journalism. “Invece, consigliamo di utilizzare un linguaggio che spieghi in modo piu accurato come questa nuova tecnologia influisca sui conflitti odierni”.
“Droni auto-detonanti” non e un termine particolarmente degno di nota, anche se cattura una parte essenziale di cio che separa questo tipo di arma dalle altre. Queste armi volano come droni e esplodono come missili.
Storia: munizioni vaganti e droni autodetonanti
Nel 1918, il Kettering Bug fu costruito per l’azione durante la prima guerra mondiale, ma non lo vide mai. Era uno dei primi antenati di droni e missili guidati, ed era soprannominato un “siluro aereo”, corrispondente alle armi a base d’acqua che avrebbero cercato le navi per mezzo di una guida rudimentale. Lo stesso Kettering Bug seguirebbe un giroscopio per la navigazione e poi volerebbe per una distanza predeterminata, prima di perdere le ali e schiantare il suo corpo contenente esplosivo al suolo.
Il Kettering Bug e utile per capire dove si discostano lo sviluppo di droni e missili. Con i missili, ingegneri e progettisti di armi hanno regolarmente migliorato i sistemi di guida e navigazione, creando un’arma in grado di volare da sola verso un bersaglio con precisione e poi esplodere all’arrivo. I droni, invece, sono stati sviluppati come sistemi controllati a distanza.
Nella seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno anche convertito alcuni bombardieri B-17 in bombe droni controllate a distanza, che erano dirette da piloti di altri bombardieri che volavano nelle vicinanze. Joseph P. Kennedy Jr, il fratello maggiore del futuro presidente John F. Kennedy, mori nel 1944 mentre volava su una nave madre quando il drone bomba B-17 che stava comandando esplose a meta volo.
Con il miglioramento dei sistemi di controllo e guida a distanza, sono diventati possibili piu tipi di bombe con droni, offuscando la divisione un tempo chiara tra missili e droni. L’Arpia, sviluppata da Israele, e una delle prime “munizioni vaganti”, un missile a forma di drone che puo esplodere in un bersaglio, ma che puo anche essere annullato da un attacco e pilotato per un’altra missione.
Insomma, una volta sparati, i missili volano verso un bersaglio per poi esplodere, mentre i droni sotto forma di munizioni vaganti possono cercare un bersaglio in volo, per poi essere diretti ad attaccare o meno. E, naturalmente, i droni non costruiti come munizioni possono essere utilizzati anche per compiti piu tradizionali, come la raccolta di informazioni o il lancio di piccoli missili.
Perche rinominare le armi ora?
Munizioni vaganti e droni autodetonanti sono nelle notizie perche vengono utilizzati attivamente come strumenti di guerra. Il Switchblade, prodotto da Aerovironment, e una munizione vagante a corto raggio che gli Stati Uniti hanno fornito alle forze ucraine, poiche resistono all’invasione della Russia. I coltelli a serramanico sono stati schierati per la prima volta nel 2012, sebbene la copertura sull’uso dei droni da parte degli Stati Uniti si sia concentrata principalmente su droni piu grandi, di dimensioni Predator e Reaper. Il ruolo di Switchblade come arma specifica fornita come aiuto contro l’invasione, insieme allo sviluppo della nuova munizione vagante “Phoenix Ghost”, ha conferito alle armi un nuovo risalto.
La Russia continua a utilizzare Shahed-136 di fabbricazione iraniana contro l’Ucraina. Secondo quanto riferito, queste armi costano circa $ 20.000 e cosi tante sono state sparate durante la guerra che l’aviazione ucraina puo affermare di averne abbattute almeno 200. Le armi si sono unite agli attacchi missilistici a lungo raggio come un modo per la Russia di colpire piu a fondo il paese.
Ogni volta che uno Shahed si schianta a terra, e un pericolo e quasi certamente una tragedia per tutti coloro che sono rimasti colpiti dalla sua esplosione. Le persone che muoiono dopo un simile attacco sono i suoi bersagli. La macchina, mai viva, non muore quando completa il suo obiettivo.